A 5 anni dalla sua creazione nel 2019, la Fondazione “Laboratorio della Speranza”, voluta dal Vescovo di Cefalù S.E.R. Giuseppe Marciante, per contrastare lo spopolamento e l’impoverimento umano del territorio diocesano, è stato confermato il Consiglio di Amministrazione composto da don Giuseppe Licciardi e i dottori Vincenzo La Grua e Giacomo Santoro. A loro si uniscono il professor Serafino Bonanno, nominato dall’Assemblea dei Soci fondatori, e la dottoressa Raffaella Maggiore, scelta dall’Assemblea dei Soci sostenitori, che ne assume il ruolo di vicepresidente. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Laboratorio della Speranza, riunito a Cefalù (PA) il 22 gennaio 2025, ha quindi confermato la presidenza di don Giuseppe Licciardi.
La nostra redazione ha intervistato proprio don Giuseppe Licciardi:
Salve Don Giuseppe, congratulazioni per la sua riconferma come Presidente della Fondazione. Se l’aspettava?
“Innanzitutto devo ringraziare S.E. Mons. Vescovo per aver riposto nuovamente la propria fiducia su di me, sul Dott. Santoro e sul Dott. La Grua. Credo sia un segnale del fatto che la Fondazione ha portato avanti un ottimo lavoro nel primo quinquennio di attività. Rivolgo un sentito grazie anche al Consiglio che, nel corso della prima seduta, ha deciso unanimemente di riconfermarmi alla guida dell’Ente. Non posso, però, non spendere qualche parola sulla Dott.ssa Marina Ambrosecchio che, con la sua indiscutibile competenza e le sue tante idee, ha fornito un servizio encomiabile negli scorsi anni. Nella logica dell’alternanza, tuttavia, era giusto che si lasciasse spazio alla Cooperativa “Il Segno”, altro Socio Sostenitore, che sarà rappresentata in Consiglio dalla Presidente, Dott.ssa Raffaella Maggiore. L’altra riconferma in Consiglio è quella del Prof. Serafino Bonanno, in rappresentanza dell’Assemblea dei Fondatori”.
Può tracciare un quadro dei primi 5 anni di attività dell’Ente?
“La Fondazione ha fatto tanto, ma, certamente, può fare di più. Con il sostegno della Diocesi, l’Ente ha portato avanti un progetto di recupero della Villa del Vescovo, in c.da Santa Lucia a Cefalù, per poi affidarne la gestione a due giovani famiglie madonite, di Collesano, che vi conducono con successo, già da qualche stagione, un’attività ricettiva. Con sacrificio, impegno e volontà di cimentarci in una nuova avventura, abbiamo avviato da alcuni anni, con la collaborazione della Soc. Coop. Soc. “Il Segno”, una piccola produzione olearia (“Elayon – l’olio del Vescovo”, n.d.r.), il cui ricavato è destinato a finanziare attività solidali. Desidero mettere in luce come, nell’ambito della raccolta dell’olio, siano stati coinvolti anche alcuni ragazzi, ospiti della Comunità alloggio “Regina Elena”, proveniente dal CGM (Centro per la giustizia minorile). Non meno importante è la collaborazione con UET, che svolge corsi per la formazione di professionalità in ambito turistico e ricettivo all’interno dei locali del Complesso Monumentale San Domenico, a Cefalù, concessi in convenzione. Poi c’è il fiore all’occhiello…”.
Immagino faccia riferimento alla realizzazione della Casa di riposo di Gratteri…
“Assolutamente sì! Un progetto di incommensurabile importanza per il territorio, fortemente voluto dal Sindaco di Gratteri, Avv. Giuseppe Muffoletto, e da S.E.R. Mons. Vescovo. Rammento che il Comune di Gratteri è socio fondatore della nostra Fondazione, avendo concesso temporaneamente (per 15 anni, n.d.r.), con atto di dotazione e a fronte del pagamento annuale di una quota del mutuo acceso per la ristrutturazione del bene, l’immobile ove adesso si svolge, con eccellenti risultati, l’attività di accoglienza per gli anziani. Parlo di fiore all’occhiello non per caso. Il lavoro svolto dalla Fondazione e dalle persone che hanno collaborato al progetto è stato davvero encomiabile. Non posso non menzionare, tra queste, il Geom. Carmelo Di Maggio che, in totale gratuità, ci ha aiutato a predisporre l’avviso pubblico per l’individuazione della Società che avrebbe poi gestito la struttura. Un procedimento svolto nella più assoluta trasparenza, all’esito di una valutazione sul rispetto di rigorosi requisiti operata da una commissione, costituita ad hoc e presieduta dall’Avv. Francesco Calabrese”.
Una procedura conclusasi con l’affidamento della gestione ad una Cooperativa di Castelbuono…
“Sì, la Soc. Coop. Soc. Humanitas di Castelbuono, Ente con grande esperienza nel settore, che ha presentato, secondo la commissione, il progetto più valido. Ricordo che, tra i requisiti richiesti, l’Affidataria avrebbe dovuto garantire l’assunzione di personale del territorio della Diocesi, naturalmente con preferenza per i gratteresi. A distanza di anni, possiamo affermare, che l’operazione è perfettamente riuscita e la Fondazione ha raggiunto l’obiettivo, fortemente voluto da S.E. Mons. Vescovo, di creare nuove opportunità lavorative, contrastando il sempre più grave processo di spopolamento giovanile”.
Quali sono i programmi futuri?
“Nel corso della prima seduta del nuovo Consiglio di Amministrazione, ho rivolto a tutti l’invito a moltiplicare gli sforzi. Si stanno ultimando le pratiche burocratiche relative ad un immobile di Geraci Siculo (ex Orfanotrofio S. Antonio, n.d.r.), che sarà anch’esso destinato all’accoglienza di anziani, previo affidamento ad una giovane Cooperativa locale. Un’altra opportunità di creare occupazione in un territorio ad alto rischio abbandono. Un nuovo progetto, ancora in fase embrionale, ha ad oggetto un immobile, di proprietà ecclesiastica, sempre nelle Alte Madonie. Per adesso, però, non posso dire di più. In ultimo, c’è la volontà di lavorare alla realizzazione di un ciclo di conferenze-dibattiti di natura tecnico-scientifica”.